mercoledì 7 aprile 2010

Autobiografia integrale di Agatha Christie, un mattone in hard cover + cd audio che a Gatwick ha contribuito ad appesantirmi la valigia.
Leggo i passi relativi alla fine del suo primo matrimonio, quando Archie Christie la molla per una attraente segretaria ben più giovane che vedeva ogni fine settimana con la scusa del golf. Agatha si autoaccusa di avergli fatto pesare il proprio dolore per la morte della madre, e di aver quindi cessato di essere per lui una compagna divertente. In più era ingrassata, e le stavano imbiancando i capelli.
Leggo, e m'incazzo di brutto: POSSIBILE CHE GLI UOMINI NON SIANO IN GRADO DI CONFORTARE NEMMENO UN CRICETO ?? Possibile che per noi (female gender) sia scontato essere lì a prendersi cura di tutti e di tutto, a sacrificarci come L'Angelo Del Focolare (quello che secondo Virginia Woolf andava ucciso tirandogli un calamaio), E SENTIRCELO PURE RINFACCIARE???

Ilaria ha tentato invano, anni fa, di spiegarmi la necessità di essere sanamente cattive: le brave ragazze vanno in paradiso, le altre dappertutto, viva la donna senza cuore, etc; avrei bisogno di qualche ripetizione, Ila, si può...? In diverse piazzole di assortiti distributori di benzina, io che di solito ingoio, vomito sui cliché mentre la pioggia e la notte mi colpiscono a raffica.

Poi sogno che siamo sulla spiaggia della nostra infanzia: io, mio fratello, i bambini e il cane, allo stesso ombrellone di allora.
La nostra era una versilia alternativa, per niente chic, da età dell'innocenza: fatta di panini insabbiati mangiati sulle sdraio sotto la canicola, di partite a palla avvelenata nella spiaggia libera dove prima c'era la colonia estiva "La Romanina"; di corse a perdifiato e nuotate nell'acqua ancora trasparente; di aquiloni e canzoni al juke box che costavano 50 lire; di felpe per uscire la sera in bicicletta, di tramonti in technicolor e uragani improvvisi; di partite a rubamazzo e acrobazie agli anelli; di gelato una volta alla settimana, del babbo che passava le giornate a potare la siepe; di gerani, salvia, rosmarino respirati spingendo il dondolo con le ballerine ai piedi.
Eppure, "quei giorni passati a rincorrere il vento" (il fatto che citi De André fa capire quanto sia caduta in basso) sono rimasti per noi inarrivabili. Ci torniamo con la mente quando tutto il resto crolla, quando ti spingono giù nel fango.
Whatever gets you through the night...


Ora chiudo (e vado in cerca di un calamaio).

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