mercoledì 31 marzo 2010

Se la scuola italiana è un ammortizzatore sociale, hai più probabilità di essere assunto certificando problemi psichiatrici che con un dottorato in fisica delle particelle alla Sapienza: diventi "riservista", categoria protetta, e scavalchi le graduatorie; con buona pace della meritocrazia. I risultati si vedono.
E gli stipendi dipendono solo dall'anzianità, non dalla competenza, dalla professionalità, dai titoli -quisquilie! Dove sono finiti i progetti sulla carriera dei docenti, sulla differenziazione e sulla valutazione del servizio...? Ho colleghe che stanno per andare in pensione avendoli attesi invano per quarant'anni.
Il divario fra "noi" e il personale ATA, con la scarsità di fondi odierna, si sta acuendo drammaticamente. Una squallida guerra fra poveri, in cui però una parte dei poveri ha una laurea, e magari un dottorato e varie specializzazioni. Ogni tanto mi sento addosso l'espressione-sopracciglio.alzato alla Rossella O'Hara tipica di mia nonna, nel ribattere fredda "Prendo ordini solo dal Dirigente, non da una segretaria". Mi sto antipatica da sola, ma c'è una mediazione possibile...? Ultimamente nei corridoi della mia scuola ci vorrebbero i caschi blu, come fra Israeliani e Palestinesi.


Hanno telefonato da Bologna: la Ausl vuole una liberatoria per la mia silloge su Grazia; la useranno in un lavoro di scrittura-terapia che coinvolge psicologi, malati terminali e le loro famiglie: onorata.
Mi manca ogni giorno, a volte così tanto che mi scendono le lacrime. Non ho ancora imparato a stare senza di lei.
La cosa che mi manca di più di mia nonna è la sua risata, e i profumi (i crostini di fegato, l'arrosto, ma anche Dior e l'odore del mare sulla pelle abbronzata); di Grazia, le pause meditabonde all'interno di un discorso: tacendo muoveva le dita eleganti, e dall'espressione del viso capivi cosa pensava, e cosa stava per dire, anche se non ne sentivi la voce controllata dalla dizione perfetta.
A volte ho l'impressione che questi anni (già quattro) siano solo una di quelle pause.


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