giovedì 4 marzo 2010

Per portare i figli a scuola devo percorrere una stradina stretta in centro storico, a ridosso delle mura medioevali, e passare davanti a un istituto privato con megagiardino e megapalestra, ma nessun parcheggio.
Davanti vi staziona, dalle otto alle nove di mattina, un serpentone di SUV, BMW e Mercedes che attendono di trovarsi esattamente di fronte al megacancello per fermarsi e scaricare il pupo: non sia mai che i piccoli utenti della scuola privata (e le loro madri) percorrano un tratto di strada a piedi. E noi comuni mortali, nelle utilitarie e nei furgoni, silenziosamente in coda, come se non dovessimo a nostra volta andare a lavoro e accompagnare i figli a scuola.
Stamani ero in ritardo (non facile trovare su due piedi dove piazzare bambino con repentina influenza), e pioveva forte. La pantomima davanti alla scuola privata offriva una variante: ogni mamma fermava l'auto, apriva la bauliera, prendeva l'ombrello, apriva lo sportello del pargolo e accompagnava il pargolo oltre il megacancello, fino al megaportone (non sia mai che una goccia di pioggia sfiori etc etc.) per il gaudio dei comuni mortali in fila.
Noi della scuola pubblica invece crediamo nell'ecologia: parcheggiamo a debita distanza e proseguiamo a piedi. I nostri bambini hanno gli zaini in spalla, o li trascinano sulle rotelle; in mano reggono precari ombrelli pieghevoli da riporre in cartella dopo l'uso, che alla prima folata di vento forte si rovesciano dispettosi in su come funghi capovolti. Varcano il cancello (sorvegliato dai volontari della Pubblica Assistenza, i bidelli non ci sono più) e proseguono traballando su per la collina, solepioggianeve.
In questa Italia dove il feudalesimo sembra non sia mai finito, dove la legge non è uguale per tutti, dove solo pochi osano parlare di diritti ( e lo pagano caro insieme alle loro famiglie) sulle teste di quei bambini ci sarà sempre qualcuno che regge un ombrello.

1 commento:

  1. Non sono sicuro che i benestanti fruitori della scuola privata abbiano il monopolio della maleducazione: ho visto scene simili a quella da te descritta anche davanti a scuole pubbliche...

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