lunedì 29 marzo 2010

Annuale viaggio d'istruzione con due classi al seguito: alba e tramonto sul mare sotto un cielo Cézanne; paura e risate a notte fonda, e l'alunna che trema come una foglia ogni volta che la interrogo adesso mi sorride; escursioni: camminare camminare camminare; serata in discoteca, dove da sempre i duri non ballano; National Gallery: spedizione di ricerca per due alunni del gruppo ribelle perché - incantati da tanta bellezza - avevano dimenticato di guardare l'ora; scoprire la dolcezza da pulcino della prima della classe, così aggressiva dal banco; spingendo una sedia a rotelle ritrovo la gioia di correre a perdifiato: corriamo nel parco del castello di Bodiam, io e un'alunna che sembra una libellula; i gruppi: le Miss, le Chicche, gli Alternativi, Quelli dell'Oratorio ("E lei, prof, com' era alla nostra età...?"), ma vedere che i ragazzi sanno prendersi cura gli uni degli altri, superando barriere differenze incomprensioni, molto meglio di noi "grandi".
Al ritorno scopro che:
  • Il figlio piccolo ha rotto gli occhiali
  • Il figlio grande ha perso il flauto
  • Il gatto nero ha la cistite
  • Il gatto rosso non si ricorda più di me
  • qualcuno di loro ha vomitato dietro la tenda del soggiorno
  • è arrivata una sventagliata di bollette
Di mio ci aggiungo una gomma spaccata dell'auto (ho preso lo spigolo di porfido del marciapiede, nel tentativo di dribblare il consueto ingorgo di fronte alla scuola privata), e i lavori di casa che si accumulano perché non ho neanche il tempo di disfare la valigia che già sono a scuola tutto il giorno, tutti i giorni.
Venerdì serata politicamente impegnata con due mie ex alunne: quando ho preso quella classe ero molto giovane, e dopo un quinquennio di avventure ci siamo ritrovate amiche. Sono fiera di ogni loro passo, di ogni loro pensiero.
Vado a votare fra i primi, e stavolta voto col cuore.
In lista c'è una delle amiche più care, e mentre tengo la matita la mano mi trema: penso agli esami preparati insieme all'università, al gruppo femminista che avevamo fondato (la nostra bacheca, viola, era vicina a quella dei Cattolici Popolari, a quella degli studenti di sinistra e a quella degli studenti di destra: ci staccavano i manifesti a turno, concordi nel trovarci pericolose), alle manifestazioni, alle feste, alle interminabili discussioni politiche ed esistenziali di fronte a un caffé o un bicchiere di vino (anche due). Penso alla sua storia familiare e personale; al suo coraggio, alla sua ironia.
...E voto piena di fiducia, anche se a questo giro molta gente si è sdata e non è "affluita alle urne".

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