giovedì 25 febbraio 2010

Clotilde si separa.
Fine del periodo "ognuno fa la sua vita, ma viviamo insieme per i figli". A volte ci raccontiamo storie che non convincono noi per primi.
E poi che fatica una doppia vita. Come non bastassero i casini di una sola: colazione, rifare i letti, fuori i gatti e la pattumiera dell'organico, di volata con i figli a scuola, lavoro lavoro pausa pranzo lavoro, la spesa, in ritardo dai figli a scuola (dove infilo la macchina??? Meno male che l'ho scelta "perché entra dappertutto"...), il telefono il telefono il telefono, i figli a musica-piscina-danza, lavastoviglie lavatrice fornelli (AIUTO...! IL FILO INTERDENTALE VA NEL MULTIMATERIALE O NELL'INDIFFERENZIATO...?), panni da stendere panni da piegare, la lettiera dei gatti...! compiti e zaini (SMETTI DI TIRARE CALCI A TUO FRATELLO!), cena, figli a letto, e il dilemma amletico: prendo un po' di tempo per me, o crollo addormentata...? Troppo facile: comincio a russare prima ancora di sfiorare il cuscino.
Per le single, e le single-di-ritorno, gestire una storia avventurosa è meno complicato: infatti Margherita, Perla e Fiamma si vedono da mesi, o addirittura da anni, fra prendi e lascia, con altrettanti padri di famiglia (i quali, nella total mancanza di fantasia maschile, sgattaiolano con il pretesto del pokerino, del calcetto, della riunione a tarda sera, e vanno a unirsi all'esercito dei veri o presunti separati in casa che affollano le balere il venerdì).
A Perla va benissimo così: professionista affermata, ha l'agenda fitta di impegni, e una bellissima casa in cui anche gli strofinacci esprimono la sua spiccata personalità; se Diego le proponesse di trasferirsi da lei, troverebbe che stona con le tende del soggiorno. Margherita è più combattuta: vorrebbe avere un figlio ("prima che sia tardi", dice, funerea), ma lui non ne vuole sapere. Fiamma, invece, sulla soglia dei cinquanta sta vivendo intensamente una estemporanea adolescenza all'insegna del recupero di sé. Le sue giornate sono eclettiche, le serate frenetiche, il suo appartamento un porto di mare in cui amiche e compagni di lotta politica contano di trovare cibo piacevole, buon vino e ottima conversazione a tutte le ore; solo con le figlie adolescenti sbuffa, gonfia d'insofferenza e di rancore a parti invertite.
Quello che so è che per Clotilde, prima del distante orizzonte della rinascita, c'è da attraversare un bel po' di dolore: lasciare la casa, spiegare ai figli, consuetudini da sradicare, suppellettili e amici divisi a metà, sogni a brandelli, valige; un piccolo mondo inghiottito dal cosmo.


Oggi in classe leggevo il passo da Jane Eyre in cui lei risponde a Rochester "Avrò cura di me stessa ... ho rispetto per me".
In questo spaziotempo di igieniste dentali/veline candidate alle elezioni, che neanche in un film di Totò, le parole di una austera zitella vittoriana mi sono sembrate rivoluzionarie come una dichiarazione d'indipendenza.


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